La
scoperta di un piatto nuovo è più preziosa per il genere umano che la scoperta di una nuova stella
Anthelme Brillat-Savarin
Palermo è nota in Italia e nel mondo per la sua storia, la sua cultura, la sua calorosa ospitalità, il suo meraviglioso mare e last but not least
il suo delizioso cibo. Forse non lo sapete, ma la cucina palermitana è riconosciuta come bene protetto nella lista dei patrimoni orali e immateriali dell'umanità. È una cucina ricca di storia e tradizione, di sapori diversi, che saprà sorprendere e deliziare il vostro palato. Volete saperne di più? Continuate a leggere...
Street food
Palermo è la patria indiscussa dello street food italiano. Camminando fra le vie del centro e all'interno dei mercati storici sarete attratti da un tripudio di odori e non potrete resistere alla tentazione.
Simbolo indiscusso di Palermo è u pane ca meusa
(pane con la milza), servito schietto, ovvero senza alcuna aggiunta oppure maritato, con aggiunta di cacio cavallo o ricotta. Anche le panelle (frittelle di farina di ceci) e le crocché di patate vengono servite in mezzo al pane. Quella delle panelle è una tradizione millenaria, che trova le sue origini nella dominazione araba.
Ma il cibo di strada non si ferma certo qui. Per le strade di Palermo troverete anche:
Arancina: a Palermo l'arancina è fimmina! Si tratta di una palla fatta di riso e farcita con ragù oppure besciamella e prosciutto cotto; viene impanata nel pangrattato e infine fritta in abbondante olio.
Stigghiole: budella lavate in acqua e sale, condite con prezzemolo, con o senza cipolla e cucinate direttamente sulla brace. si mangiano calde, condite con sale e limone.
Quarumi: (caldume) composto da varie parti della trippa di vitello, bollito con cipolla, carota, sedano e prezzemolo. Si serve caldo con brodo di cottura o asciutto con aggiunta di olio, pepe, sale e limone.
Frittola: frattaglie e scarti di vitello, bolliti, rosolati e poi fritti con lo strutto. Viene servita calda con pepe, limone e alloro.
Vastedda
fritta: può essere dolce o salata. Viene preparata con farina, lievito, olio extravergine d'oliva e tagliata in rettangoli. Quella salata presenta un'acciuga al centro, dissalata, e viene piegata in due e poi fritta. Quella dolce, invece, viene passata nello zucchero a fine frittura.
Pollanca: pannocchia bollita, servita calda e senza spezie aggiunte. Vi sembrerà curioso sapere che spesso viene servita in spiaggia durante la stagione estiva.
Sfinciuni: caratterizzato da un impasto soffice, simile al pane pizza e alla focaccia, condito con salsa di pomodoro, acciughe, origano e cacio cavallo.
Babbaluci: lumache terrestri, cucinate con aglio, olio, sale, pepe e prezzemolo.
Qualche parola merita anche la rosticceria palermitana, pasto veloce (non leggero!) consigliato soprattutto a pranzo. Fra i pezzi classici palermitani troviamo i calzoni, fritti e al forno, le pizzette, il crostino, la ravazzata e il rollò con wurstel.
La tradizione palermitana è anche ricca di antipasti
gustosi, fra cui la caponata, l'insalata di arance, le verdure in pastella e l'insalata di musso e carcagnolo (a base di carne e cartilagini lesse).
Fra i primi piatti
citiamo la pasta con le sarde, gli anelletti al forno, la pasta c'anciova
(con le acciughe) e con i vruoccoli arriminati
(con i broccoli). Fra i secondi
menzioniamo le sarde a beccafico e le polpette di sarde.
Per quanto riguarda i
dolci, potrete sbizzarrirvi fra una vasta e deliziosa scelta. Le pasticcerie palermitane vi sembreranno dei veri e propri paesi dei balocchi e avrete solo l'imbarazzo della scelta. Fra i principali dolci tipici della tradizione palermitana re indiscusso è il cannolo, probabilmente inventato per festeggiare il Carnevale. Si compone di una cialda di pasta fritta ripiena di ricotta di pecora dolce e arricchita con gocce di cioccolato. Altro simbolo indiscusso è la cassata siciliana e al forno; la prima è arricchita con pasta di mandorle e frutta candita, la seconda con pasta frolla. Entrambe sono a base di ricotta di pecora dolce.
Molti dolci sono legati a tradizioni e festività specifiche come la sfincia
di San Giuseppe, preparata soprattutto il 19 Marzo, giorno di San Giuseppe e della festa del papà. Si tratta di una frittella morbida e gustosa farcita con ricotta di pecora dolce, pezzetti di cioccolato e zuccata e infine decorata con scorza d'arancia candita.
La frutta Martorana deve il suo nome all'omonima chiesa in cui originariamente le suore la preparavano e vendevano. Si tratta di un dolce preparato con farina di mandorle, modellato e colorato per creare le forme più svariate, dalla frutta agli ortaggi e non solo. Tradizionalmente viene preparata in occasione della celebrazione dei defunti.
Fra i dolci che si inseriscono nella più ampia tradizione siciliana ricordiamo il buccellato e la cuccìa. Il primo viene consumato soprattutto nel periodo natalizio ed è composto da un impasto di pasta frolla e farcito con ripieno di fichi, uva passa, mandorle e scorza d'arancia. La cuccìa invece viene tradizionalmente preparata nel giorno di Santa Lucia. Si tratta di una ricetta povera con origini molto antiche: secondo la leggenda più diffusa, il 13 dicembre 1646 sarebbe approdata nel porto di Palermo una nave carica di grano e avrebbe posto fine ad una grave carestia. Per questa ragione il piatto è a base di grano bollito, condito con ricotta di pecora dolce o cioccolato o crema di latte.
Speriamo di avervi incuriosito! Adesso non vi resta che immergervi in un meraviglioso tour gastronomico e abbandonarvi alla tentazione.